SEMINARIO Associazione ex Cons.Reg/li Calabria
“Difesa,organizzazione e valorizzazione del territorio e
dell’ambiente calabrese “
riflessioni di Sergio Scarpino
Il potere locale arriva oggi logoro e disintegrato ad un importante appuntamento che l’Associazione degli ex Consiglieri reg/li della Calabria cerca di riportare all’attenzione non solo della stessa Calabria ma del Paese e delle sue Istituzioni.
La Calabria attraversa una stagione di diffusa ed incisiva indagine giudiziaria scoperchiando “ pentole” dentro le quali si sono formate cordate complesse e sofisticate di gestione e sopravvivenza della peggiore politica che rende le risultanze di questo seminario un nuovo momento di speranza dell’utopia!
Come altre iniziative , che questa Associazione ha assunto in passato, penso che, anche questa, rimarrà tra le pubblicazioni che né i calabresi, tantomeno la sua classe dirigente, riterranno avvalersi come indicazione di una nuova linea politica-economica per la stessa regione.
I fenomeni dell’ambiente calabrese che ci è dato osservare appaiono manifestazioni di una cultura politica che non ha saputo comprendere ed interpretare neanche i valori della difesa del territorio.
Il “ potere locale : <politico, finanziario, economico, criminale>, ha assecondato, negli anni, solo la domanda clientelare-politicaelettorale , alle aspettative più generali di sviluppo economico e a salvaguardia e valorizzazione del territorio. Al complesso ciclo dei bisogni reali per lo sviluppo si è preferita una offerta variegata di consumismo pseudo-culturale con feste e spettacoli cittadini massivi, del tutto inadeguate a cogliere e interpretare la nuova complessità di una seria domanda emergente quale agricoltura, artigianato, turismo, servizi .
Mai come oggi la Calabria ha “ fame “ di gruppi dirigenti capaci di cogliere e interpretare la domanda di un vero sviluppo economico e di istituzioni locali che chiudano la porta ad ogni forma di criminalità. E fin quando ciò non avverrà ogni convegno, ogni seminario rimarrà solo un bel “ libro dei sogni”!
Da anni questa Associazione cerca di tracciare le strade che possano aiutare ed interpretare lo sviluppo della Calabria ma ogni sforzo rimane inascoltato perché rompe certi ormai consolidati interessi clientelari.
Tale mio pessimismo nasce dalla costatazione della grande difficoltà, quasi della grande indisponibilità della “ classe dirigente “ a voler affrontare una sfida sul terreno del risanamento e della riqualificazione della montagna, delle coste, dei centri urbani –le cui amministrazioni incappano spesso nel commissariamento per infiltrazione mafiosa- anche per l’incapacità di saper attuare una adeguata strumentazione progettuale,amministrativa,gestionale ed operativa.
Il primo terreno di sfida che la “ classe dirigente “ avrebbe dovuto assumere era quello del recupero del territorio e dell’ambiente: politiche promotrici di sviluppo reale, invece ha deliberatamente scelto di violentare il territorio attraverso una politica che ha favorito l’abusivismo, l’illegalità, l’abbandono della campagna e delle zone interne . E’ mancata la cultura del territorio e dell’ambiente perché è stata fatta passare la logica della mediazione di interessi rispetto al coraggio delle grandi iniziative. Non a caso l’offerta del terziario avanzato , una delle possibile economie che avrebbe favorito il territorio, passa più attraverso l’apertura di filiali di strutture che operano nel Nord che non per iniziative autonome locali – così la grande distribuzione ha distrutto le piccole economie familiari-.
Potremo consumarci in convegni e seminari ma nulla sarà possibile in Calabria se prima di pensare allo sviluppo non metteremo al primo posto l’esigenza di una profonda rifondazione morale degli impegni, delle scelte, degli obiettivi che anche questo seminario non può trascurare. Quale difesa e valorizzazione del territorio e dell’ambiente potrà essere attuata se nei settori che dovrebbero essere vitali per la nostra economia c’è la dominazione della criminalità? Vorrei portare un esempio : i nostri prodotti agricoli partono dalla Calabria e sostano a Fondi - conoscete tutti la storia di Fondi – da dove raggiungono i mercati milanesi da dove poi ritornano sui mercati anche delle nostre città e tutto ciò viene – come documentato da lunghe indagini – gestito , meglio manovrato dalle diverse ‘ndrine , camorre , criminalità. Non c’è appalto , settore che non abbia una collusione con la criminalità. U n mio amico deputato mi raccontava - ma all’epoca ne fece motivo di denuncia pubblica – che in una nostra cittadina costiera il pizzo veniva imposto e fatto pagare al barbiere che era costretto a fare la barba gratuita al picciotto di turno .
Gli obiettivi che il Seminario cerca di tracciare non saranno, purtroppo, mai raggiunti se la difesa dei cittadini dalla criminalità comune e politica non sarà effettivamente aggredita.
La grande idealità che può dare contenuto a una significativa ripresa della Calabria deve essere la lotta più intransigente e più articolata a tutti i livelli – culturale, legislativo,,amministrativo, giudiziario , economico – per far uscire dal pantano e dalla morsa mortale e squalificante dei condizionamenti diretti ed indiretti del potere mafioso che nelle forme della criminalità organizzata ha tentato, in questi ultimi anni, di costituirsi quasi come un potere alternativo a quello dello Stato.
La conquista dell’ordine civile non può ridursi ad una questione da risolversi con < qualsiasi mezzo> come si può pensare in modo qualunquistico, occorre far valere coraggiosamente le garanzie democratiche nella lotta contro la violenza , la criminalità per poter far crescere, con la corresponsabilità di tutti, una comunità sociale fondata sugli uomini liberi e non succubi della cultura della paura e dell’omertà.
Per salvare la Calabria dal rischio della definitiva emarginazione dai processi di rinnovamento e di sviluppo sono necessari anche i seminari, ma, per realizzare quanto i seminari indicano, occorre ridare un fondamento di credibilità a tutti gli enti locali, dai comuni all’istituto regionale e farli immediatamente funzionare come strumenti di rappresentanza unitaria della Calabria.
Pensare di dare indicazioni per uno sviluppo della Calabria non è sufficiente indicare una via per lo sviluppo bisogna risalire alle responsabilità, alle complicità,bisogna individuare i meccanismi, le cause prime dello sviluppo distorto che ha avuto la Calabria. Ma è certo che l’anima dello sviluppo non è stato il bene comune, bensì il profitto affaristico di pochi, non è stata la crescita civile dell’intera comunità, ma l’impinguarsi di una rete famelica di clienti.
Alla mia Calabria vorrei augurare che le attività promosse dall’Associazione possano far si che, come scrisse il prof. Tagliacarne : ..” i lugubri colori che avvolgono questa regione possano lasciare il posto a colori chiari e vivaci e a constatazioni lieti : si possa così dire ecco una regione risorta; e dei calabresi, ecco un popolo forte che ha saputo conquistarsi un posto degno delle sue tradizioni e delle sue doti di bontà, di intelligenza e di vigore.”
sergio scarpino
scarpinos@alice.it
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